domenica 5 febbraio 2012

L’Oriente che suggestionò la pittura italiana nel secondo '800

Odalisca (1893) Francesco Hayez




Dopo aver segnalato e commentato mostre lontane, come non occuparmi di qualcosa di veramente eccezionale e a pochissima strada da casa. Passata l'emergenza freddo, questo straordinario appuntamento esotico mi sembra proprio un piccolo lusso alla portata di tutti.

INCANTI DI TERRE LONTANE.
HAYEZ, FONTANESI e la pittura italiana tra otto e novecento
Palazzo Magnani, Reggio Emilia
4 febbraio / 29 aprile 2012

All’inizio fu l’Oriente vicino, l’esotismo e la seduzione degli hammam e degli harem, le palme, i minareti ma anche i deserti popolati di beduini e cammelli, o i colori delle città del Magreb. Poi lo sguardo degli artisti migrò ancora più ad Oriente, verso quelle culture e quelle atmosfere dell'estremo oriente altrettanto esotiche e forse ancora più incantevoli.

Ed è su questo lontano Oriente, lo stesso che diviene popolare grazie ai romanzi d’avventura popolati da tigri o dal fumo conturbante dell’oppio, lo stesso che ammaliò tutta Europa grazie alle delicate armonie dei racconti e delle incisioni giapponesi, che si sofferma la grande mostra INCANTI DI TERRE LONTANE. HAYEZ, FONTANESI e la pittura italiana tra otto e novecento allestita a Palazzo Magnani.

Un titolo articolato per dar conto delle diverse anime che danno vita a questa affascinante esposizione. I due protagonisti innanzitutto, Hayez e Fontanesi. L’Oriente del primo è quello vicino, mediterraneo, non direttamente vissuto ma sapientemente evocato. Quello del secondo, invece, è l’Oriente estremo, o almeno un lembo di esso, il lontano Giappone, regno che lo ospitò a lungo, onorandolo, e che lui a sua volta volle onorare.


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